I terpeni sono molecole presenti nella canapa, in grado di conferire ai fiori e alla pianta stessa il sapore e l’odore tipici. Queste sostanze volatili servono anche a scoraggiare insetti ed altri animali che generalmente si nutrono della pianta. Agiscono insieme a flavonidi, terpenoidi e cannabinoidi, le altre molecole presenti nella pianta.

Caratteristiche e proprietà

A produrre i terpeni sono i cosiddetti tricomi (le ghiandole responsabili della produzione del CBD e del THC). Come accennato poc’anzi, queste sostanze sono riconoscibili grazie alle caratteristiche aromatiche e pungenti tipiche della pianta; eppure, offrono molti più benefici che non il semplice odore. Non sono presenti soltanto nella marijuana, ma anche in molti tipi di frutti, piante ed erbe officinali; inoltre, sono stati riconosciuti come sicuri dalla FDA (Food and Drug Administration), tant’è che vengono spesso impiegati per produrre aromi e fragranze per oli essenziali ed altri prodotti naturali. Di recente, e in virtù delle scoperte circa la cooperazione tra ‘terpeni’ e cannabidiolo, vengono aggiunti anche all’olio di CBD, allo scopo di potenziarne gli effetti. Tra i ‘terpeni’ più importanti figurano il limonene, che ha un aroma pungente ed agrumato, simile all’arancia e al lime, il β – cariofillene, in grado di interagire col sistema endocannabinoide umano e produrre un aroma pepato, piccante o legnoso, il linalolo, presente in oltre 200 specie vegetali diverse e in grado di produrre effetti calmanti e rilassanti, e il β – mircene, presente in grandi quantità nella cannabis (rappresenta circa il 50% di tutti i ‘terpeni’ presenti nella pianta) ed ha un aroma distintivo tendente al terroso.

Come agiscono sull’organismo?

I ‘terpeni’ interagiscono con i recettori neurali e cellulari, modulando i livelli dei neurotrasmettitori, esattamente come fanno i più noti cannabinoidi (THC e CBD). Legandosi ai recettori neurali, riescono a potenziare la secrezione di dopamina (in grado di aumentare piacere e motivazione) o ad impedire l’interruzione della produzione di serotonina, il cosiddetto ormone del buonumore. Ecco spiegato perché i ‘terpeni’, con particolare riferimento a quelli presenti nella marijuana, garantiscono numerosi benefici psichici, tanto da poter essere paragonati ai veri e propri antidepressivi. La differenza principale con questi ultimi sta nella totale assenza di effetti collaterali, che spesso vengono osservati nei farmaci inibitori triciclici tradizionali.

Quali sono i terpeni essenziali per l’uomo?

Come accennato poc’anzi, in natura esistono oltre 200 ‘terpeni’ differenti, ognuno dei quali dotato di caratteristiche organolettiche e di effetti diversi. Tra questi ve ne sono di essenziali, poiché in grado di tutelare la salute dell’uomo:

  • il limonene, che è il terpene più importante della pianta di cannabis Sativa, spesso aggiunto a cosmetici ed altri prodotti per uso topico. Contribuisce ad alleviare ansia e depressione, a distendere la pelle e a donarle un aspetto sano e luminoso
  • il mircene, presente in numerose varietà di canapa, è ricco di proprietà antinfiammatorie e rilassanti
  • il linalolo, tra i più utilizzati in assoluto per i trattamenti anti-ansia. Inoltre, può essere d’aiuto nel contrastare gli attacchi epilettici e lenire lo stress
  • il terpinolene, al quale sono state riconosciute importanti proprietà antibatteriche, antimicotiche e antiossidanti
  • l’ocimene, in grado di rilasciare un odore particolarmente piacevole, tendente al dolce. In medicina, viene utilizzato soprattutto per trattare il fastidio e il dolore causati da infezioni, indigestioni e congestioni
  • il cariofillene, cui sono state attribuite importanti proprietà ansiolitiche, analgesiche e anticancerogene

Perché sono così importanti?

I ‘terpeni’ garantiscono svariati benefici, evidenti soprattutto nel medio e nel lungo periodo. Inoltre, gli effetti antimicrobici, antisettici e anticancerogeni ne fanno preziosi alleati in grado di tutelare la salute di ognuno. Non a caso, vengono spesso utilizzati per combattere il dolore, ridurre le infiammazioni e migliorare la qualità del sonno. Secondo diversi studi scientifici, la loro efficacia è paragonabile a quella dei cannabinoidi più noti e in particolare al CBD, sostanza in grado di ridurre dolore, ansia e depressione e favorire il sonno. Uno studio effettuato nel 2011 presso l’Università di Chicago ha rivelato come il pinene, sostanza molto diffusa in natura, sia in grado di ridurre efficacemente le infezioni batteriche e virali. Nel 2011, il neurologo Ethan Russo spiegò come la maggior parte dei ‘terpeni’ fossero in grado di collaborare con il cannabidiolo, allo scopo di incrementare i rispettivi effetti sul sistema endocannabinoide umano. ‘Terpeni’ e cannabidiolo possono cooperare per favorire l’incremento e la diminuzione degli effetti della canapa sulla psiche, ragion per cui l’uso dell’olio di CBD e della cosiddetta erba legale possono svolgere un ruolo importante circa il trattamento degli stati ansiosi. Uno studio più recente, effettuato presso l’Università di Tokyo tra il 2015 e il 2016, ha evidenziato come i ‘terpeni’ collaborino tra loro in maniera sinergica per prevenire e/o trattare dolore, infiammazioni, depressione, ansia, dipendenze, epilessia, infezioni batteriche, micosi e persino tumori.

Cos’è l’effetto entourage?

Scoperto e illustrato per la prima volta nel 1998 dai ricercatori israeliani Shimon Ben Shabat e Raphael Mechoulam, l’effetto entourage è una teoria secondo cui i composti naturali appartenenti alla cannabis, compresi cannabinoidi, acido cannabidiolico, cannabicromene, tetraidrocannabivarina e cannabigerolo (CBG), tendano a lavorare in sinergia, amplificando le proprietà benefiche delle singole sostanze. Ciò vuol dire che ciascun elemento, se isolato, non si rivelerà efficace come quando agisce insieme a tutti gli altri. Questa forma di sinergia, detta effetto entourage, sarebbe in grado di svolgere un ruolo fondamentale nel confermare un’ipotesi ampiamente condivisa, sebbene non ancora testata a sufficienza, secondo cui le piante producano effetti benefici di gran lunga superiori a quelli offerti dall’azione separata delle sostanze isolate in esse contenute.